mercoledì 27 agosto 2014

alimurgia del cuore

In passato le persone sapevano cogliere i doni che la natura regalava in ogni stagione,piante spontanee, frutti selvatici, funghi... crescevano da soli, bastava saperli riconoscere ; così la semplicità delle ortche, del tarassaco,della portulaca diventava un piatto gustoso,mirtilli ,more e lamponi ,nei boschi ,facevano dono della loro dolcezza.
Non era necessario fare fatica e lavorare duramente i campi per coltivare queste piante, non si doveva andare a comprarle,erano li ,nel prato,nel bosco, lungo le sponde di un torrente...a disposizione di chi ne avesse avuto bisogno.
E se la parola alimurgia fa riferimento alle situazioni di necessità, alle carestie, alla sopravvivenza,si capisce l'importanza delle cose semplici e spontanee nei momenti difficili.
Saper cogliere un sorriso, regalare un carezza, essere diponibili,sono piccoli gesti ricchi di significato, abbassare la voce, non arrabbiarsi, ascoltare i bisogni e le difficoltà dell'altro,non imporsi, essere disponibili , sono semplici comportamenti che fanno star bene, fanno riscoprire un altro modo di vivere, specialmente in un momemento come questo dove la carestia e la povertà prima che a tavola si avvertono nei rapporti umani, nei costumi, negli atteggiamenti,nelle priorità della gente,nello stile di vita.
Saper riconoscere le cose naturali, vere non artefatte,non nascondere i sentimenti,saper dividere-con ci sta accanto le emozioni invece di con-dividere sui social tante belle frasi che poi ci si dimentica di mettere in pratica ,trovare il tempo per passeggiare nel silenzio di un prato alla ricerca di qualcosa di prezioso che prima o poi si farà trovare da chi ne avrà bisogno!

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