giovedì 10 luglio 2014

mille motivi


Ci sono un sacco di motivi per cui ho deciso di imbarcarmi in questa impresa un po' assurda: il primo , il più importante è che ne avevo una gran voglia!
E' un minestrone,un pentolone che mi ribolliva dentro, un enorme miscuglio di domande, di riflessioni, di scoperte, di nuove conoscenze, di commentnti sgradevoli, di scelte controcorrente, di idee, di cambiamenti...
Tutto è cominciato sette anni fa quando decisi di non mangiare più carne e nel giro di neanche due anni il passo verso il veganesimo fu naturale, e coinvolse anche la mia famiglia che intanto si  allargava passando da tre a sei figli.
Cambiava il mio modo di pensare,sentivo di aver finalmente trovato la strada che avevo sempre cercato, la mia vita aveva altri ritmi e la gente a volte era incuriosita, a volte non capiva e altre volte mi spiegava che stavo sbagliando tutto: "Ma quindi magiate solo verdura?" " Ma ai bambini,una bistecca ogni tanto bisogna darla" "E coi dolci e il gelato, i bambini non possono mangiarli?" "Ma avete fatto così tanti figli per motivi religiosi?" "Signora lo sa che allattare i figli per più di un anno fa male a lei ma anche al bambino! Dopo qualche mese il suo latte non contiene più abbastanza sostanze nutrienti!"...
Ecco un po' per risposta ,un po' per sfatare molti pregiudizi che si hanno verso l'alimentazione vegana, verso le donne-mamma che decidono di decicarsi felicemente alla loro famiglia ma non si dimenticano di loro stesse,un po' per dire" eccomi nonostante tutto sono ancora qui viva e piena di energia!"
Perchè mi piacerebbe che la gente aprisse gli occhi e cercasse un altro tipo di società ,più umana.
Perchè si sta distruggendo la terra e ai bambini non resterà un bel posto in cui vivere.
Perchè sono felice di coltivare l'orto , rattoppare i pantaloni e fare cappelli con l'uncinetto.
Perchè sono sicura di non poter cambiare il mondo e non sono. d'esempio per nessuno, ma la mia parte la voglio fare .
E' un percoso lungo , faticoso (30 chilometri al giorno non sono uno scherzo), a tratti in salita e simbolicamente rappresenta la difficoltà che accompagna i cambiamenti, specialmente quelli che riguardano noi stessi.


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